Daphne Mangeri è una giovane artista bresciana nata nel 2001 ad Asola (MN).



© Daphne Mangeri, Rimembranze 2, Mixed media, 2021
Il punto centrale della ricerca di Daphne Mangeri è il passato indagato nei suoi aspetti più profondi e misteriosi. Ciò che suscita il suo interesse è, in particolare, la capacità evocativa del vuoto. Studia i segni lasciati da un oggetto che viene rimosso e cerca di evocarne la presenza attraverso l’assenza.
In questo modo è come se l’opera concedesse all’oggetto una parvenza di eternità; mentre la materia dell’opera che si accumula e si disgrega è simbolo dello scorrere inesorabile del tempo.
OBLIO



© Daphne Mangeri, della serie Oblio, Mixed media, 2021
La sua ricerca prende una piega inaspettata quando si imbatte in delle gabbiette vuote appartenute al nonno cacciatore. Attraverso la fotografia ha voluto immortalare il profondo senso di abbandono che le trasmettevano, ed il vuoto capace di evocare presenze e sensazioni ormai perdute.
In questo caso l’opera si fa portavoce di memorie e tempi lontani, ma mai completamente perduti.
Corro contro il tempo ma mi sfugge sempre…
…cerco di fermarlo perché il suo scorrere mi fa paura.
È una lotta estenuante che non posso vincere.



© Daphne Mangeri, Mixed media, 2022
Nella sua ultima opera il tema principale è il tempo e la paura scaturita dal suo scorrere senza tregua. L’artista vorrebbe fermarlo, anche solo per un istante, immortalarlo e osservarlo attraverso l’opera, ma è una lotta impossibile.
L’unica soluzione è l’accettazione della sconfitta.